La Nuova Alleanza vissuta è Salvezza e Luce per il mondo

In questa domenica siamo invitati a rendere il mondo sacrificio gradito a Dio con tutta la nostra esistenza. Ma qual è il vero sacrificio che Dio desidera?

 

La prima lettura è luce sul vangelo ed in particolare sul simbolo della luce. In essa, il profeta Isaia, vuole far comprendere come nessun atto di culto a Dio, tantomeno il digiuno (che alla sua epoca era diventato frequente e praticato spesso per guadagnar meriti davanti a Dio), andasse disgiunto dal comportamento retto e solidale nei confronti dei fratelli che si trovano nel bisogno. L'Incarnazione sarà la realizzazione piena di questa identificazione di Dio con il povero.
La Luce della fedeltà a Dio è la testimonianza di una vita che si prende a cuore concretamente i bisogni di chi è più povero e indifeso.
Il salmo 111 fa eco alla prima lettura e mostra il giusto come colui che è testimone luminoso del Dio dell'Alleanza: un Dio che è misericordioso e pietoso e che difende la vita del povero, dello straniero, degli orfani e delle vedove, persone che per quei tempi erano l'emblema di chi non ha voce ed è maggiormente indifeso e fragile. Solo seguendo il nostro Dio lasceremo un ricordo che resiste allo scorrere della storia. Quanti esempi abbiamo nella vita di Santi, che tutt'ora parlano al cuore di uomini e donne anche non Cristiani! Loro non passano mai di moda, perché nella loro vita hanno seguito sempre la Parola che si fa Carne quì ed ora.
Nella seconda lettura San Paolo ci fa vedere quale sia l'unica Luce che vale la pena di portare nel mondo ed è quella di Cristo e questi Crocifisso. Di fronte alla tentazione dei Corinzi, ma anche nostra, di cercare un Dio fatto su misura e giudicato valido a partire da criteri solo umani di sapienza e di potenza, l'Apostolo delle Genti indica ancora una volta la fonte unica di ogni vera sapienza (che deriva dalla parola sapore!): la Croce abbracciata per Amore da Cristo è ciò che da sapore alla vita di ogni uomo. Lui solo, il Crocifisso, ci permette di trovare Senso e Luce anche nelle tenebre del peccato, del dolore, della morte e di tutto ciò che sa di fallimento e di insignificanza della vita!

La pericope del vangelo secondo Matteo è l'immediato seguito del brano delle beatitudini che avrebbe dovuto essere letto la scorsa domenica. Proprio per questo è necessario metterlo in relazione anche con questo contesto, se vogliamo comprendere cosa intenda dirci il Maestro quando dice che siamo sale e luce. E se facciamo attenzione non dice "voi siate", quindi non da un comandamento, ma dice "voi siete", rivelandoci così la nostra identità. Non seguirla significa perdere il bersaglio della vita (quest'ultimo termine, alla lettera, è il significato ebraico della parola peccato!).
L'Evangelista, vede nelle Beatitudini la Nuova Legge (che è poi la stessa vita di Gesù!) data, appunto, sul monte, come Mosè ricevette le Tavole delle Dieci Parole sul monte Sinai. Nell'ultima, si rivolge direttamente ai discepoli dicendo "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia..." dopo di ciò troviamo i versetti di questa domenica. Gesù continua a rivolgersi direttamente a quelli che sono identificati come discepoli, quindi dobbiamo sentirci direttamente interpellati, in quanto ci diciamo Cristiani e suoi discepoli.

Voi siete il sale della terra – per un Ebreo (e Matteo scrive per una comunità giudeo-cristiana) la parola sale era direttamente legata all'Alleanza tra Dio e il suo Popolo e ogni sacrificio animale per essere perfetto doveva essere salato con il sale (cfr. Lv 2,13), proprio in riferimento all'Alleanza, che rendeva significativo e unico il Popolo di Israele, come il sale, nella concretezza, era l'unico mezzo per conservare sani gli alimenti ed impedirne il deterioramento.
Ora Gesù ha immesso nella storia del Popolo e dell'Umanità tutta una Nuova Alleanza, che è la sua vita stessa (che sarà compiuta nella Pasqua!) e che ha come Nuova Legge quella delle Beatitudini e il sacrificio gradito a Dio non è più quello di animali, ma l'unico sacrificio che Dio riconosce perfetto è la terra - ossia ogni Uomo - insaporito dal sale che è la vita di Gesù e quella dei discepoli, che vivono secondo la Nuova Legge.
A rinforzare questa realtà, è quanto segue: se il sale perdesse di sapore (il significato originale è molto più forte perché parla di un sale che diventa stolto – è lo stesso termine usato da Matteo per descrivere l'uomo che costruisce sulla sabbia),,, come a dire, ma se voi non vivete le Beatitudini, non servite a nulla. Non rendete l'Umanità diversa e degna di essere offerta gradita al Padre.
Non importa quanti sono i discepoli che sono sale, basta che siano la Vita Nuova del Regno, per rendere buono il tempo e lo spazio concreto dove sono chiamati a vivere.

Voi siete la luce del mondo anche in questo simbolo, come abbiamo visto nella prima lettura, bisogna leggervi i comportamenti concreti che i discepoli hanno nei confronti dei fratelli. Ma bisogna ricordare anche che fino a quel momento per chi ascoltava la luce richiamava quella che il Profeta Isaia vedeva essere la vocazione di Gerusalemme:
"Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere." (Is 60, 1-3)

È Gesù la Luce che rende luminosa la vita dei suoi discepoli. Sono loro e siamo noi la Nuova Gerusalemme che il Profeta vedeva rivestita della Luce del suo Signore. Quando facciamo di Gesù il criterio unico delle nostre scelte quotidiane e viviamo secondo le Beatitudini, siamo luce, ossia portiamo Cristo e il Regno di Dio a tutti, nessuno escluso; non c'è neanche un angolino della casa che non sia visitato dal suo splendore.
Noi siamo luce e non possiamo tenere per noi quanto abbiamo ricevuto, quasi che il Vangelo sia qualcosa per pochi eletti o un tesoro che tengo per me, forse per paura di essere giudicato e non accettato, o anche perseguitato, ma a volte semplicemente perché non né riconosco il valore. San Paolo dice: "Guai a me se non predicassi il Vangelo!". Ogni Dono è anche una responsabilità che abbiamo verso gli altri, verso chi ancora non ha ricevuto la Buona Notizia del Dio che è venuto per essere il Dio-con-noi e la nostra unica Salvezza, la risposta ad ogni autentica domanda di Senso.

Non a caso il sale e la luce sono due segni che richiamano il Battesimo: ma io mi rendo conto del sale e della luce che sono stati riversati in me attraverso lo Spirito di Dio? È sul serio, Cristo, la mia Luce e il criterio unico del mio vivere? Lo specchio in cui specchiare il mio quotidiano? A volte è più facile ripiegarci su ciò che in noi è tenebra, piuttosto che muoverci verso la Luce che pur è seminata in noi e che è la nostra identità più vera, se solo abbiamo il coraggio di fidarcie di affidarci a Colui che ci ha affidato il talento unico della Vita bella di Cristo in noi!